Come si diventa un medico oncologo
Intervista a Caterina Gianni
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Ogni giorno il mio lavoro richiede di concentrare le mie attenzioni sul paziente, sui suoi disturbi e sulla sua malattia.
Come un detective il medico indaga e raccoglie più indizi possibili (segni, sintomi, esami) per arrivare ad una diagnosi e ad un percorso di cura. In campo oncologico questo comporta impostare il percorso di diagnosi dei tumori, stabilire quali strategie terapeutiche applicare nei vari stadi della malattia e gestire gli eventi avversi secondari ad una specifica terapia antitumorale.
Tuttavia spesso si rischia di dimenticare che il paziente è una persona e non è solo la sua malattia, questo richiede dialogo e comunicazione per conoscere il vissuto del paziente. Aiutare a capire la propria patologia e il programma terapeutico è già parte del processo di cura.
Tutto quanto non può prescindere da uno studio e aggiornamento continuo, la medicina viaggia veloce, soprattutto in campo oncologico, e dobbiamo stare al passo per garantire le migliori opzioni terapeutiche per il nostro paziente.
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I classici strumenti del mestiere come il fonendoscopio o il saturimetro, ma anche vista, udito, tatto e olfatto!
La cartella clinica informatizzata ha reso il computer sempre più indispensabile nella gestione del paziente e tramite un sistema informatico specifico posso avere accesso a tutti gli esami ed indagini che il paziente ha eseguito e che risultano fondamentali per il percorso decisionale.
Le linee guida (redatte dalle società scientifiche) sono strumenti essenziali che aiutano il clinico nel prendere le scelte.
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Tanto studio, pazienza, compromessi e alcune rinunce.
Traguardi Necessari: Laurea in medicina in Medicina e Chirurgia, abilitazione alla professione, esperienze postlaurea sul territorio (non necessari ma utili per acquisire un po' di senso pratico) e ancora tanto studio per vincere una borsa di specializzazione.
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Saper lavorare in gruppo e imparare da chi è più esperto, mettersi sempre in discussione e non dare mai nulla per scontato, mantenere mente e cuore aperti, imparare a gestire dolore e sofferenza.