Come si diventa consulente
Intervista a Martina Manescalchi
QUALI SONO LE 3 ATTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI CHE FAI NEL TUO LAVORO?
Formazione e consulenza agli albergatori su marketing e comunicazione digitale, scrittura di articoli e manuali relativi al mondo dell’ospitalità, insegnamento all’università [web communication]. E tante altre cose che prevedono di non dormire sotto i ponti.
CHE STRUMENTI UTILIZZI?
La testa.
COME SI DIVENTA UNA "CONSULENTE" COME TE?
Ho lasciato “nome della professione” perché il mio è un lavoro molto difficile da definire. Mia mamma ancora non lo ha capito, per esempio. Non è facile rispondere a questa domanda. Il mio non è stato un percorso lineare, nel senso che quando ho cominciato a lavorare nel mondo del web non esisteva una vera formazione in questo senso – sono un’anziana signora - e le aziende cominciavano allora ad avvicinarsi agli strumenti digitali. Mi sono trovata per caso in questo mondo e ho imparato tutto lavorando, venendo da una formazione umanistica. La mia vita professionale è stata sempre costellata di felici coincidenze e fortunatissimi incontri, per cui non ho una vera e propria “ricetta”. Quello che però mi sento di dire è che per lavorare nella comunicazione digitale occorre avere riferimenti culturali solidi e non smettere mai di studiare. Direi antropologia, filosofia, sociologia, soprattutto. L’errore che vedo troppo spesso fare è quello di improvvisarsi e credere che, per esempio, la comunicazione social sia fatta di post, emoticon, linguaggio “friendly”. C’è molto di più. Gli strumenti digitali sono fin troppo semplici da usare. Comprenderne i meccanismi, saper interpretare i dati e avere qualcosa da dir, è ben altra cosa.
IL TUO MOTTO?
“Tanto vale andare avanti e trattare con i guanti solo questa libertà”.
Formazione e consulenza agli albergatori su marketing e comunicazione digitale, scrittura di articoli e manuali relativi al mondo dell’ospitalità, insegnamento all’università [web communication]. E tante altre cose che prevedono di non dormire sotto i ponti.
CHE STRUMENTI UTILIZZI?
La testa.
COME SI DIVENTA UNA "CONSULENTE" COME TE?
Ho lasciato “nome della professione” perché il mio è un lavoro molto difficile da definire. Mia mamma ancora non lo ha capito, per esempio. Non è facile rispondere a questa domanda. Il mio non è stato un percorso lineare, nel senso che quando ho cominciato a lavorare nel mondo del web non esisteva una vera formazione in questo senso – sono un’anziana signora - e le aziende cominciavano allora ad avvicinarsi agli strumenti digitali. Mi sono trovata per caso in questo mondo e ho imparato tutto lavorando, venendo da una formazione umanistica. La mia vita professionale è stata sempre costellata di felici coincidenze e fortunatissimi incontri, per cui non ho una vera e propria “ricetta”. Quello che però mi sento di dire è che per lavorare nella comunicazione digitale occorre avere riferimenti culturali solidi e non smettere mai di studiare. Direi antropologia, filosofia, sociologia, soprattutto. L’errore che vedo troppo spesso fare è quello di improvvisarsi e credere che, per esempio, la comunicazione social sia fatta di post, emoticon, linguaggio “friendly”. C’è molto di più. Gli strumenti digitali sono fin troppo semplici da usare. Comprenderne i meccanismi, saper interpretare i dati e avere qualcosa da dir, è ben altra cosa.
IL TUO MOTTO?
“Tanto vale andare avanti e trattare con i guanti solo questa libertà”.