Come si diventa un educatore di disabili mentali
Intervista a Massimiliano Manduchi


E’ difficile individuarne tre… Mi occupo di disabili adulti, quindi della loro vita quotidiana, dall’aiutarli ad imparare ad essere più autonomi (lavarsi, vestirsi, tenere in ordine le cose) a piccoli lavoretti manuali (lavori di manutenzione del verde, dar da mangiare agli animali della fattoria, insacchettare un certo numero di viti e bulloni).

Come strumenti direi il confronto con i colleghi, l’aggiornamento e la supervisione con professionisti più qualificati, la propria creatività e fantasia per adattare le conoscenze alla situazione specifica. Ed essere versatile, non limitarsi a saper fare una cosa sola perché nella relazione con i disabili mettersi in gioco e saper fare un po’ di tutto è fondamentale.

In realtà mi sono laureato in psicologia, poi ho cominciato a lavorare con i bambini perché mi sentivo portato e da lì mi hanno offerto di occuparmi di disabili, seguito da uno psichiatra che dirigeva l’equipe di lavoro. Col tempo mi sono formato sempre più con corsi e seminari. Oggi esiste un percorso accademico preciso e non è più possibile diventare educatore partendo dalla laurea in psicologia.

Lo rubo a Gandhi... "Ogni persona che incontri è migliore di te in qualcosa; in quella cosa impara".
Imparare è la cosa più bella che esista!