Come si diventa imprenditore
Intervista a Luca Carrai


Fare l’imprenditore vuol dire fare tante cose. Vuol dire occuparsi della crescita di un’azienda a 360 gradi, curandone ogni aspetto e ogni dettagli – soprattutto all’inizio. Se però dovessi sceglierne soltanto tre, le principali, direi: curare le relazioni con i clienti o possibili tali; curare ed ascoltare al meglio ogni tuo collaboratore con ogni suo problema, poichè sono e saranno loro a far crescere o morire la tua azienda; aprire nuove porte: opportunità, sviluppo e progresso sono l’acqua – a mio avviso – che fa germogliare una nuova impresa.

Qualunque strumento che mi tenga vicino ai miei interlocutori: con i miei clienti utilizzo molto le mail. Con alcuni di loro non disprezzo nemmeno strumenti più informali come Whatsapp (o Whatsapp Business). Linkedin sta crescendo sempre più e funziona! E poi la cara e vecchia telefonata, semplice, rapida, diretta con successivo incontro; forse ancora la migliore.

Passione, motivazione e tanto tanto studio. Passione: lo devi sentire dentro. Motivazione: di cambiare un po’ lo status quo, di migliorare la tua vita e quella degli altri. E poi devi essere motivato e ben saldo a terra, altrimenti al primo fiato di vento parti via. Studio: il mondo va veloce, rimanere indietro significa non evolvere. E lo studio per evitare tutto ciò e un fedele compagno di viaggio. Non penso si possa mai smettere di studiare, informarsi, essere curiosi e avere il fuoco negli occhi.

Ce ne sono 2, uno in inglese, uno italiano. The english one is “Dream big but start small”. Fondamentale quando si fa impresa. L’altro invece è “Fare impresa, oggi, è come buttarsi da un burrone e costruirsi un paracadute mentre si cade”. Penso che questo motto nasconda tutte le tensioni, l’adrenalina e la meravigliosa essenza che è fare impresa, etica, in Italia oggi.